Il vino sacro figlio del Sole… così una sera l’anima del vino cantava dentro le bottiglie ‹Uomo,…conosco quanta pena, e sudore, e sole ardente occorrano sulla collina in fiamme per generarmi e per crearmi un’anima… › (Charles Baudelaire – I fiori del male).

Terra di grandi vini che grazie a condizioni climatiche straordinarie ha portato ad un incremento della produzione vitivinicola, con trasformazioni radicali che hanno fatto sì che l’offerta venisse arricchita ed ampliata, accostandosi al gusto contemporaneo ed alle richieste del mercato internazionale.

“Siamo soliti credere che il paesaggio è un fatto naturale, con i suoi colori e i suoi profumi. La natura gioca certamente il suo ruolo, ma l’identità paesaggistica di un territorio è sempre un fatto culturale. E’il risultato delle scelte economiche delle comunità che lo vivono, dei loro assetti sociali e perfino dei loro costumi alimentari. Il paesaggio è la cultura di una società resa visibile. Esso risulta nell’Isola ormai profondamente modificato dal progressivo orientarsi dell’agricoltura verso il settore vitivinicolo. Sono ormai mutati aromi e colori. Si va riducendo l’insistente afrore delle stoppie che caratterizzava le stagioni della nostra infanzia. Quando i grappoli cominciano a maturare e poi ad essere raccolti e i loro umori lavorati, campagne, fattorie, impianti industriali e borghi vengono invasi da profumi intensi e cangianti … Nel paesaggio dell’anima di chi oggi percorre le campagne del nostro continente ancora non del tutto esplorato, malgrado i vicoli ciechi della sua storia, annualmente si rinnova il miracolo della sacralità del vino, per virtù dell’antico Dio signore dell’amore e del sogno, della memoria e dell’oblio.” (Girolamo Cusimano – da Sicilia l’Isola del vino – Edizioni Kalòs – 2005)
Questo è il valore intrinseco delle strade del vino


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